La rivoluzione bitcoin è arrivata sulle piazze come un fulmine a ciel non troppo sereno, impennandosi in un periodo storico in cui il mercato finanziario si è trovato ad affrontare una delle peggiori crisi mai esistite. Nonostante il ritracciamento che ha interessato la valuta dopo i picchi massimi del novembre 2013 (a 320 dollari), il bitcoin è tornato oggi a riposizionarsi attorno alla quota di 475 dollari, nell’attesa di un nuovo rialzo in un futuro non tanto lontano.
“Il principale rischio di un investimento on bitcoin è che la sua capacità finanziaria, diversamente da tutti gli altri strumenti che abbiamo avuto in passato, è più difficile da valutare, da comprendere e, in questo contesto, più difficile da comprare e vendere rispetto a qualsiasi altro asset”: sono state queste le parole con le quali Gil Luria, analista di Wedbush Sec. ha commentato nuova idea (per la quale è già stata fatta richiesta alle Autorità di diritto) di creare un ETF (http://www.trend-online.com/investire-etf.html) con sottostante il bitcoin, la moneta virtuale più intrigante e pericolosa della storia degli ultimi anni.
Un mercato in cerca di innovazione
L’imperscrutabilità applicata dalla SEC (che solitamente impiega un periodo non superiore ai 12 mesi per dichiarare se uno strumento finanziario sia o meno adatto ad esser scambiato sui mercati) muove le sue ragioni dalla verifica di una possibile applicazione del bitcoin come oggetto sottostante all’Exchange Traded Fund. La procedura attraverso la quale la SEC sta vagliando la possibilità di creare un innovativo bitcoin-ETF è stata presa in carico da oltre 14 mesi e procede a ritmi rallentati anche in relazione al fatto che, sebbene lo strumento in questione presenti aree di criticità pronunciate, sul mercato, all’oggi, sia già disponibile un altro strumento privato avente per sottostante il bitcoin (emesso nel settembre 2013 e denominato BIT). Questo stesso, a fine luglio, è risultato aver attratto una massa di nuovi investimenti pari a circa 70 milioni di dollari, un messaggio chiaro della voglia di innovazione che la piazza nutre di questi tempi.
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